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lunedì 3 novembre 2014

DESIDERI DI UN VECCHIO GENITORE

DESIDERI DI UN VECCHIO GENITORESono seduto su questa panchina,aspetto mio figlio,verrà, ha detto che verrà,oggi ho un anno in più,ha detto di aspettarlo che verrà, mi porterà una sorpresa. Già da ore,la dolce brezza che mi riscaldava,si é trasformata in un gelido venticello  che mi ghiaccia le ossa, e come sempre,tiro su il bavero della giacca, per ripararmi. Devo resistere,non posso andare via proprio ora , sono qui che lo aspetto,dovrò aspettare ancora poco,si lui me lo ha promesso.  E' buio ora, la sera é scesa in fretta,mi devo essere appisolato, non mi ricordo di aver dormito,guardo i passanti frettolosi, che mi scrutano con aria interrogativa,come per dirmi che loro  vanno a casa, ed é tempo che ci vada pure io. Cerco con lo sguardo la figura agile di mio figlio,lo amo questo mio figlio che ho generato, lo amo, perché é carne della mia carne, ma non lo vedo, sarà venuto, e non mi ha trovato.   Può darsi che sia stato impedito da un contrattempo,con il suo lavoro che fa in un'altra città,é difficile per lui spostarsi,può aver avuto un impedimento dell'ultima ora, e non ha potuto avvertirmi, si dev'essere andata così. Mi alzo con fatica, gli acciacchi si fanno sentire,mi appoggio con il bastone, per avere un sostegno,dovrò raccontargli che ho avuto un'intervento all'anca, e che sono sotto cure. Dovrò raccomandargli di venire con il piccolo,il mio nipotino sarà cresciuto,non riesco a ricordare quanti anni ha,dovrò dirgli che la sera non mangio molto, solo una tazza di latte, con qualche biscotto, devo impedirgli di aprire il frigorifero,altrimenti si accorgerà che é pieno di niente,dovrò farmi vedere allegro, così mi deve ricordare,non voglio che abbia pietà di me,si devo andare ora, tutto é buio, la strada é lunga. Domani,senz'altro verrà domani,forse.
Rosa Cozzi

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