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venerdì 21 novembre 2014

PRENDIAMOCI UNA PAUSA

PRENDIAMOCI UNA PAUSA Ecco l'hai detta quella dannata frase. Era quella frase che temevo da mesi, ora l'hai pronunciata,e non posso far finta di non aver capito,non posso ricacciarti in gola quel tuo tono quasi di sfida,che mi ha tramortita,ma non voglio farti vedere quanto soffro,mi hai dilaniato il cuore,sto tremando, ma non voglio dartela vinta. Continuare a lanciarci picche e dardi,come se fossimo in guerra,non ha più senso nasconderci che la nostra unione sta andando a rotoli. Ma devo ammettere che non mi aspettavo questa tua decisione,così repentina,e con tutta la buona volontà,non riesco ad assimilare questa tua decisione. Si ti dico, parliamone con calma,prendiamola insieme questa decisione,parliamone questa sera. Devo andare al lavoro,e ti chiedo di aspettare che torni dal lavoro. Esco in fretta,come se avessi il fuoco alle calcagna,e corro a prendere l'autobus,ma lo vedo che sta già ripartendo,ormai é inutile che mi affretti,dovrò aspettare il prossimo. Mi siedo sulla panchina,sfinita, stremata, con una gran voglia di piangere,ecco sta arrivando il pianto,ma devo resistere,non posso abbandonarmi a questo freddo che mi sta invadendo,a questa voglia di buttarmi per terra e di morire. Come farò a resistere alla solitudine, restare senza di te sarà come annullarmi nel vuoto. Il mio sguardo capta un movimento,e con un sussulto mi rendo conto che tu non hai aspettato che mi fossi allontanata,  con un borsone in mano che stai caricando in macchina, non ti accorgi che sono quasi davanti a te,metti in moto e parti indifferente, senza guardarti intorno. Mi sento morire, e ritorno verso casa, distrutta, e avvilita,non posso, andare al lavoro in queste condizioni. Apro la porta,entro  ad occhi chiusi,non voglio guardare il vuoto che hai lasciato. Un brivido di freddo mi attanaglia le viscere,mi sento svenire, e nelle mie condizioni é una cosa normale,corro in bagno e piegata in due sul water caccio via la bile che mi si é formata nello stomaco. Volevo parlargli questa sera,di questo esserino che ho in grembo, si aspetto un figlio da lui, ma non é servito a nulla,mi rendo che non era amore che lui mi dava,ero solo uno spasso,mi stendo sul letto, e mi raggomitolo per non tremare, un tuono improvviso mi fa sussultare,sta piovendo,e io sento le lacrime scendere copiose dai miei occhi, e ripenso alle volte che tu non mangiavi assorto in un pensiero tuo. Capivo e non parlavo, ma perché non mi dicevi il tuo pensiero, invece di dire bugie.    Ormai é troppo tardi,sono stanca, voglio dormire,e sento che il sonno mi sta invadendo, mi accarezzo il ventre,e incomincio a cullare il mio piccolino,chissà se può sentirmi,sento di amarlo già con tutta me stessa. Passano i mesi ,nessuna notizia di te, ed io divento sempre più grossa,i miei mi aiutano,sono felici di avere un nipotino,fanno di tutto per essere presenti nella mia vita. Ma perché,se tu avevi un'altra donna,non me lo hai detto, ma perché non riesco a dimenticarti, ma perché il mio bambino non deve avere un padre, Il mio piccolino é nato,una sera di primavera, e bello come il sole, ogni volta che lo guardo vedo lui,copia conforme di suo padre. Ora é estate,e grazie ai miei, riesco ogni tanto ad uscire,e a detta di tutti i miei amici,sono in una forma smagliante,la maternità mi dona, ma resto sempre un po in disparte,per non farmi corteggiare,devo pensare a mio figlio. Ma senza sapere della tua venuta,sento nell'aria la tua presenza, si eccoti, sempre bello, ma con un velo di malinconia negli occhi,ti vedo avvicinarti a me,e come se non fosse avvenuto nulla,mi dici ciao,e mi sorridi,con quel maledetto sorriso ammaliante che mi conquistò. Io ti guardo e ti saluto, ma alla mia freddezza,rincari la dose, e ti permetti di sfiorarmi il viso con la punta delle dita, fremo, ma tengo duro,non voglio ricadere nello stesso errore,e tu mi inviti a una corsa in macchina, ma rifiuto, e mi giro per andare via,e non vederti più. Ho capito che non sei l'uomo per me, e incomincio a sentirmi leggera, come se mi fossi tolta un peso dalle spalle,si sono guarita dall'amore che avevo per te,non gli'é lo dico, ma lo penso,e lo lascio li su due piedi, come lui ha lasciato me,e quasi corro per raggiungere mio figlio...
Rosa Cozzi

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