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domenica 31 agosto 2014

Lettera a mio padre

Lettera a mio padre<< Le parole che non ti dissi mai >>
Ciao papà, penso che mi stai guardando, con quei tuoi occhi color del mare, che tanto avrei voluto avere... e con quel tuo sorriso che mi rivolgevi quando, io curiosa, con tutti i miei perchè, mi rispondevi con dolcezza e pazientemente mi spiegavi, e ti accorgevi che io attenta alle tue parole imparavo, si imparavo la tua filosofia di vita, e tu felice mi dicevi, <<Rosetta mia, prendi l'arte e mettila da parte>>.
Si papà, mi insegnasti tante cose, e ricordo tutto, ma proprio tutto sin dal più remoto ricordo che ho di te. Si, ricordo quando mi portavi con te, in braccio mi tenevi come se fossi stata la cosa più preziosa per te, e mi mostravi a tutti con orgoglio...
Mi tenevi per mano anche il giorno che mi portasti ad iscrivermi all'istituto superiore per continuare a studiare, dicevi che avevo la <buona testa> per imparare ed io felice e fiera di te ti guardavo, e non capivo perchè avevo fiducia in te, dicevi che solo io ti ubbidivo, e ti capivo...
Papà, solo oggi ho il coraggio di dirti certe cose, ricordi che ti davo del <voi> e per la prima volta, io ormai adulta e madre di quattro figli, osai darti del tu, quel pomeriggio che mio marito stava per morire? Ebbene mi sentii una maleducata, come se ti avessi mancato di rispetto.
E poi a mano a mano che il tempo passava, tu eri sempre paziente con me, ti rispettavo e tu, mi rispettavi... mi trattavi come tua pari. Mi piacevi papà, si eri il mio bel papà che adoravo. E piano piano notavo che i tuoi bei capelli diventavano bianchi, ma eri sempre un bell'uomo alto e aitante e non pensavo che io che crescevo e, tu invecchiavi, per me eri immortale e saresti stato sempre al mio fianco.
E poi quel giorno che venni a salutarti dicendoti una bugia, ti dissi: <<Papà devo partire per un mese>> e tu mi rispondesti stringendomi forte a te <<Rosetta, figlia mia, non ci vedremo più>>, e io che avevo il cruccio di dover lasciare i miei figli da soli con mio marito, perchè dovevo entrare in ospedale per un grave intervento, non capii che stavi dicendomi addio... Quel giorno fu l'ultima volta che ti vidi ancora vivo, quando mi fu detto che eri in rianimazione venni ancora con fatica, al tuo capezzale e, non capivo che quel tuo rantolare era il tuo ultimo respiro... Da allora papà, tante volte avrei voluto parlarti, fare quei lunghi discorsi che ci accomunavano...se oggi ti scrivo è perchè mi sono accorta che non ti ho mai detto quelle parole che forse tu aspettavi che ti dicessi: <<Ti voglio bene papà>> e non saprai mai quanto, mi manchi, riposa in pace...
Rosa Cozzi

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